Incredibile: paradiso e inferno si riuniscono dopo l’arrivo di Kohl!

Paradiso, Inferno (dpo) – Poco dopo il suo arrivo nell’aldilà Helmut Kohl si preoccupa di politica: dalle prime ore del mattino, dopo intense trattative, inferno e paradiso sono di nuovo uniti . Sulla porta del cielo si sono viste scene di distensione, con angeli e demoni, beati e peccatori che correvano ad abbracciarsi.

“Non avrei mai pensato che qualcosa del genere sarebbe potuta succedere durante la mia vita eterna!” balbetta felicemente un arcangelo mentre beveva una bottiglia di prosecco. “Paradiso, inferno – non cambia! Oggi siamo tutti fratelli e sorelle! Ora preparo moglie e figli e andiamo dritti all’inferno a vedere un po’ com’è”.

Come Kohl sia riuscito esattamente ad arrivare a dichiarare la riunificazione non è chiaro – infatti i direttori di inferno e paradiso erano considerati da più di 4000 anni come inconciliabilmente divergenti.

Ma nel popolo minuto le cose erano diverse. Non di rado la spaccatura tra schiere celesti e angeli caduti, tra giusti e peccatori attraversava le famiglie.

“Al tempo me ne andai con Lucifero” dice un demone che mostra con orgoglio il suo arpa di benvenuto. “Ma non pensavo che sarebbe durata così a lungo prima di poter rivedere i miei parenti dall’altra parte. È strano che dovette venire questo tipo con cardigan perchè potesse di nuovo crescere insieme quello che dovrebbe crescere insieme”.

Quanto sia stato importante il ruolo giocato da Kohl nella riunificazione è oggetto di dibattito. Non pochi ritengono che fu decisiva la pressione esercitata da angeli e demoni, scandita da slogan come “siamo un popolo di anime”, “al di là del bene e del male” o “la porta del paradiso deve cadere”.

Alla fine è stato proprio il guardiano dell’entrata del paradiso, Pietro in persona, ad aprire le schleusen (“Spostamenti continui possono ora essere effettuati nei valichi di confine tra cielo e inferno. Da quel che so, il passaggio… adesso non può essere vietato”). Significa che Kohl è stato soltanto nel momento giusto al posto giusto.

Comunque l’euforia è grande. Alcuni hanno già cominciato a staccarsi dei souvenir dal muro. Diversi peccatori hanno raggiunto un gruppo di angeli con una bottiglia di distillato fatto in casa. Un demone e una suora che non si erano mai visti prima in vita si baciavano selvaggiamente. I critici avvertono però che all’aldilà riunito aspettano tempi duri. “Il piano di Kohl, di scambiare un tallero celeste e un fiorino infernale 1 a 1 è economicamente catastrofico”, spiega un anonimo ministro delle finanze di un regno europeo del 18esimo secolo, che proprio ora cerca di recuperare dopo 250 anni di frustrate. “Da paesaggi fioriti. Su nuvole e pietre laviche non cresce niente. Presto ve ne accorgerete”.

Ma sembra che Kohl non si interessi per i dettagli . Già programma il prossimo grande passo con cui prevede di avviare trattative con altre rappresentazioni dell’aldilà, altre religioni come l’islam e il buddismo, per costruire una Unione delle Eternità (UE).

Der Postillon.

Traduzione: Alessandro Grassi

http://www.der-postillon.com/2017/06/helmut-kohl.html

I consigli del Fondo Monetario Internazionale alla Germania

Il fondo monetario internazionale (FMI) esige dalla Germania un taglio alle tasse, stipendi più alti e investimenti. “La capacità finanziaria disponibile ora dovrebbe essere usata per iniziative volte a migliorare il potenziale di crescita: investimenti in infrastrutture, digitalizzazione, cura dell’infanzia, integrazione dei rifugiati e per una riduzione del carico fiscale sul lavoro” si legge nelle raccomandazioni per la Germania presentate a Berlino lunedì.

Contemporaneamente nel rapporto si suggerisce “Un aumento sostenibile dei salari e dell’inflazione in Germania è necessario per poter risollevare la crescita dei prezzi nella zona Euro e per alleggerire l’intervento in politica monetaria “. Enrica Detragiache, economista del FMI che ha anche preso parte alla stesura del rapporto, ha detto che il fondo è ovviamente a conoscenza del fatto che la politica salariale è una questione delle parti sociali, ma anche che una maggiore dinamicità dei salari sarebbe di grande aiuto per l’economia e incentiverebbe l’economia interna. In questo contesto l’FMI spinge affinchè la Repubblica Federale Tedesca limiti quello che, anche nella sfera pubblica, è diventato noto come il grande surplus commerciale delle esportazioni tedesche.

A parte questo gli esperti del fondo monetario si esprimono in favore di una ulteriore riforma delle pensioni. Questa dovrebbe stimolare a lavorare più a lungo e dovrebbe tra le altre cose aumentare i redditi per gli anziani e quindi ridurre la necessità di risparmiare per la pensione. Secondo gli specialisti dell’FMI la disuguaglianze dei redditi si sarebbe di fatto stabilizzata, ma mettono in guardia di fronte ai rischi di povertà. Questi dovrebbero essere tenuti sotto osservazione. Tuttavia se si tratta di lotta alla povertà, si legge, le conquiste delle passate riforme del lavoro dovrebbero essere mantenute.

In Germania gli attraenti prezzi degli immobili giustificano secondo l’FMI una regolamentazione del mercato. Per poter far aumentare velocemente l’offerta di immobili abitativi, le misure già introdotte devono essere completate e i comuni devono diventare più coraggiosi nell’eliminare le limitazioni. Alle banche tedesche e alle assicurazioni viene richiesto di accelerare le ristrutturazioni per aumentare la propria resistenza e profittabilità.

L’FMI si consulta con tutti gli stati membri regolarmente per valutare le rispettive politiche economiche nelle cosiddette “Consultazioni Articolo IV”. Prima gli economisti del Fondo Monetario presentano un bilancio corrente. A giugno, questa volta, si chiudono le consultazioni con il governo tedesco.

In generale il fondo premia la Germania per aver sviluppato un’economia aperta e innovativa – convalidata attraverso “un’avveduta amministrazione economica”, tempestive riforme strutturali e una rete di sicurezza sociale ben sviluppata. La crescita occupazionale sarebbe forte, il numero dei disoccupati si attesta su un record negativo.

Nonostante questo la crescita dei salari e l’inflazione base continuerebbero a essere frenati. Gli investimenti imprenditoriali mancano di dinamicità e la demografia peserebbe sulle prospettive di crescita sul lungo periodo.

F.A.Z. 15/05/17

Trad. Alessandro Grassi

Le imprese si arrabbiano per le espulsioni dei tirocinanti

Nonostante le nuove leggi per l’integrazione, in Germania i rifugiati che già si sono assicurati un contratto formativo o che già hanno cominciato un periodo di tirocinio continuano a venire rimpatriati.

Per questo, secondo un sondaggio della Sueddeutsche Zeitung, molti datori di lavoro sono arrabbiati e si sentono insicuri a riguardo, se assumere giovani rifugiati. Le associazioni delle imprese e l’Agenzia Federale del Lavoro (Bundesagentur für Arbeit) richiedono ora di porre fine a queste pratiche di espulsione probabilmente illegali.

“Purtroppo oggi come ieri continuiamo a sentire dalle nostre aziende che i rifugiati, nonostante siano in possesso di un contratto di formazione o durante un tirocinio, continuano a venir espulsi”, ha detto Hans Peter Wollseifer, presidente dell’Unione Centrale delle Manifatture tedesche alla SZ.

Questo è vero soprattutto per le regioni meridionali. “Le aziende che fino ad ora tanto si sono impegnati per giovani rifugiati, per questo si sentono insicuri” è la critica del presidente degli imprenditori. In particolare gli Afghani, al momento considerati nelle imprese vogliosi di imparare e affidabili, sono i più colpiti. Le fabbriche che hanno bisogno di forza specializzata, si aspettano più stato di diritto per poter pianificare meglio il loro impegno per la formazione, ha detto Wollseifer.

In teoria anche i richiedenti asilo per cui non è ancora stato sancito il diritto di restare dovrebbero avere la certezza di poter rimanere qui durante il periodo di tirocinio. Così è stato deciso con la legge per l’integrazione del 2016.

In essa è anche stabilito che tali rifugiati dovrebbero avere un permesso di soggiorno esteso per altri due anni nel caso vengano impiegati dopo il periodo formativo di tre anni. Ma è evidente che non tutti i pubblici ufficiali si attengano alla norma.

“Le imprese riportano che i funzionari dell’immigrazione applicano a discrezione la regola del 3+2 per coloro che stanno in un periodo di formazione. I vertici delle regioni dovrebbero assicurarsi che il diritto venga però applicato nella stessa maniera a livello federale”, ha detto il presidente degli imprenditori Ingo Kramer. “Altrimenti corriamo il pericolo che le imprese si tirino indietro dal formare richiedenti asilo o migranti non accettati ma tollerati”. Questo penalizzerebbe la loro integrazione nel mercato del lavoro.

Allo stesso modo la pensa Detlef Scheele, capo dell’Agenzia Federale per il Lavoro: “Quando si chiude un contratto di formazione e questo viene succede sempre prima dell’inizio della formazione stessa, a volte anche mesi prima, dovrebbe esserci una protezione dall’espulsione. È in questo senso che va intesa la regola del 3+2”, ha detto. Il datore di lavoro dovrebbe avere la certezza, così come il futuro tirocinante, che il contratto formativo effettivamente si realizzerà.

Nonostante ciò, secondo i rapporti, nelle regioni, soprattutto Baviera, Baden Württemberg e Sassonia si sono verificate espulsioni oppure è stato negato il permesso di lavoro. Questo ha portato anche nelle regioni limitrofe ad una “insicurezza sul fatto che sia possibile dare formazione a persone che non hanno ancora una situazione stabile in quanto richiedenti asilo”, ha detto Scheele. Ma questo “non è conveniente per il mercato del lavoro”.

Di Thomas Öchsner, Berlino, Der Spiegel
Traduzione: Alessandro Grassi

Elezioni dei rappresentanti delle parti sociali presso l’Istituto di previdenza sociale

Cosa sono le elezioni dei rappresentanti delle parti sociali?

Oltre 30 milioni di contribuenti e pensionati decidono con queste elezioni chi ha diritto di parola all’interno dell’Istituto tedesco di previdenza sociale (Deutsche Rentenversicherung) Bund. Viene eletta un’amministrazione autonoma grazie alla quale i contribuenti e i pensionati possono occuparsi in prima persona delle questioni che li riguardano. Il principio: chi paga o ha pagato contributi deve avere potere di decisione. In questo modo i rappresentanti sono partecipi in modo responsabile alla gestione dell’Ente indipendentemente dallo Stato.

Gli elettori possono decidere circa la composizione del piú importante organo dell’amministrazione autonoma: l’assemblea dei rappresentanti. Questa è il Parlamento dell’istituto di previdenza sociale ed è composta per metá dai rappresentanti dei contribuenti e dei pensionati e per l’altra metá dai rappresentanti dei datori di lavoro.

In questa assemblea decidono insieme assicurati, pensionati e datori di lavoro circa i piú importanti temi ad esempio come vengono impiegati i contributi versati e della composizione personale e organizzativa dell’Istituto di previdenza. Inoltre vengono stabiliti i requisiti e l’entitá dei servizi di riabilitazione.

Il legislatore ha attribuito alle elezioni delle parti sociali un importante ruolo all’interno della democrazia tedesca. Esse sono dal 1953 un consolidato modello di bilanciamento di interessi e contribuiscono all’efficienza della Germania e alla tranquillitá sociale.

Le elezioni delle parti sociali sono le terze elezioni piú importanti in Germania dopo quelle del Parlamento e quelle europee. Hanno luogo ogni sei anni attraverso il voto per corrispondenza, il voto deve essere consegnato esclusivamente via posta e naturalmente l’invio delle buste è gratuito. Le urne sono le oltre 100.000 cassette postali cosí come gli uffici DHL. Tutti i documenti per le votazioni comprese le buste rosse vengono recapitate agli elettori da metà aprile per posta.

Chi puó essere eletto e chi ha diritto di voto?

I candidati a queste elezioni non fanno parte di partiti politici, ma sono persone assicurate presso l’Istituto di previdenza sociale Bund. Tutti loro si battono affinché l’istituto sia sempre piú vicino alle esigenze dei cittadini a abbia un solido futuro.

I candidati non posseggono solo importanti competenze in materia di assicurazione sociale, ma essendo loro stessi iscritti, conoscono bene gli interessi e le esigenze dei contribuenti e dei pensionati. Tutti i rappresentanti svolgono le loro attivitá a titolo gratuito. Della composizione delle liste se ne occupano organizzazioni come sindacati e altre associazioni dei lavoratori con fini di politica del lavoro e sociale. I candidati possono comporre le Liste anche autonomamente.

Hanno diritto al voto tutti coloro che hanno versato contributi all’Istituto di previdenza sociale Bund, anche se lo hanno fatto molto tempo fa e a prescindere dalla nazionalitá.

Perché l’Amministrazione autonoma è importante?

Le decisioni importanti non possono essere prese a prescindere dalle delibere di questa assemblea rappresentativa dell’Ente previdenziale.

I membri che svolgono le loro attivitá gratuitamente decidono come il denaro deve essere speso e chi deve assumere ruoli di dirigenza.

I membri controllano gli uffici amministrativi e si preoccupano che gli interessi degli assicurati e dei pensionati siano sempre tutelati. Prestano servizi importanti per gli stessi elettori ad esempio con migliaia di consulenti che danno gratuitamente informazioni sui temi piú importarti che riguardano l’istituto previdenziale. Inoltre se necessario controllano le decisioni dell’istituto in sede di ricorsi.

A destra o a sinistra?

Le elezioni tedesche si avvicinano e i partiti preparano i propri candidati per le importanti nomine che toccheranno al prossimo governo.

L’argomento scottante per quanto riguarda la politica economica che seguirà le prossime elezioni politiche tedesche non è scritto da nessuna parte. Non lo si può leggere nei programmi di partito e nessuno ne parla pubblicamente. Ma nei partiti il piano per il giorno dopo le elezioni è in preparazione da tempo perché praticamente nella prossima legislatura l’intera classe dirigente economica del paese verrà cambiata: il presidente del consiglio tedesco dei saggi dell’economia – Sachverständigenrates der Wirtschaftsweisen – che assiste il governo federale. Il capo della Staatsbank KfW che fornisce crediti a basso costo per privati e aziende. Il presidente della Bundesbank che sorveglia il sistema bancario. Il presidente della Banca Centrale Europea, che decide sugli interessi. E molti altri.

Chi vincerà le elezioni a settembre determinerà come non mai le coordinate economiche del paese e persino dell’Europa. È quasi come la decisione sui giudici della corte suprema negli Stati Uniti d’America: anche in questo caso le decisioni del governo avranno conseguenze molto estese – ben oltre il limite temporale della legislatura. La carica di governatore della BCE dura per esempio otto anni.

Se per la CDU, con la vittoria alle elezioni, la maratona delle nomine sarebbe un compito relativamente semplice – in molti casi potrebbe prolungare il contratto delle persone in carica – per la SPD al contrario il compito sarebbe una vera e propria sfida. Dal punto di vista dei socialdemocratici infatti la storia delle nomine economiche di punta è la storia di occasioni sprecate, almeno dai Gerhard Schroeder. Schröder voleva l’economista di sinistra Peter Bofinger, di Würzburg, alla presidenza della Bundesbank. Ma quando incontrò resistenze optò per Axel Weber, che è un economista più che altro liberale e che ora lavora per la banca svizzera UBS.

E poi di nuovo: quando la prima grande coalizione voleva nominare il nuovo capo della BCE, la SPD sostenne addirittura l’allora vice-governatore della Bundesbank Juergen Stark che aveva lavorato per Theo Waigel e Helmut Kohl. L’unico socialdemocratico che nelle ultime due legislature è stato nominato ad un posto di rango internazionale è stato Joerg Asmussen – ed era stato sostenuto anche dal Cristianodemocratico Wolfgang Schäuble: nel direttorio della BCE.

Lo stesso Sigmar Gabriel, normalmente così controverso, sul tema è piuttosto prudente. Quando anche poteva piazzare un economista vicino al sindacato o anche solo keynesiano, all’ultimo minuto ha sempre fatto marcia indietro. L’anno passato, quando si trattava di decidere sull’estensione della presidenza del consiglio degli economisti, Gabriel non ha osato occupare un nuovo posto di grande influenza. Semplicemente ha prolungato il contratto del professore di economica conservatore Christoph Schmidt – sebbene gli si consigliasse di lanciare un segnale al ministero per l’economia.

Questa decisione ha avuto la curiosa conseguenza che proprio il Consiglio degli Economisti a maggioranza bloccò l’introduzione del salario minimo e di altre importanti proposte socialdemocratiche e Gabriel, ancora una volta, dichiarò pubblicamente contro la sua propria segretaria di partito che l’assemblea dei Saggi non è tanto saggia, ma piuttosto “scientificamente” non più al passo coi tempi. Il confronto ebbe alcuni passaggi di pregio, ma sicuro così non si decide sulla politica economica.

I socialdemocratici hanno una grande paura quando si tratta di nomine economiche. Essa è alimentata anche dal rimprovero che hanno sentito per anni: “i socialdemocratici non sanno trattare il denaro”. Per scrollarsi di dosso questo sospetto, l’SPD ha agito con una correttezza politica estrema di fronte a nomine politiche, fino ad arrivare a credere di non dover mai criticare questo mainstream. Schroeder una volta ha detto che non ci sono destra o sinistra, ma solo politiche economiche buone o pessime.

Ora – così pensano sempre più socialdemocratici – bisognerebbe darci un taglio. Galvanizzati da Martin Schulz, che attacca disuguaglianza e sostiene l’idea di giustizia sociale, già si discutono nei circoli informali le strategie per il giro di nomine, per essere pronti a tutto. Questi incontri si trovano ancora ad uno stadio iniziale e non si dovrebbe avere l’impressione che l’SPD voglia distribuire i posti, prima di aver vinto le elezioni. Ma questo potrebbe anche cambiare presto, se i sondaggi continueranno ad andare così bene.

A favore della SPD c’è poi che negli ultimi anni, gli umori negli ambienti economici internazionali si è mosso a sinistra, molti influenti professori di economia in Germania all’estero contano come outsider. Le stesse istituzioni più conservatrici come il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale ora considerano la disuguaglianza sociale come un problema.

Subito dopo le elezioni inizieranno gli incontri sul successore di Mario Draghi a capo della BCE. Il suo mandato finisce per la precisione tra due anni, ma i paletti per la nomina di tale posto verranno piazzati molto presto. Sicuro a Berlino spetta la possibilità di lanciare una proposta, insieme a Italia e Francia – gli altri due pesi massimi dell’unione monetaria.

Per la CDU la scelta sarebbe facile. Potrebbe infatti mettere in corsa il presidente dalla Bundesbank Jens Weidmann, che conta tra i fidati di Angela Merkel e gode negli ambienti specializzati di grande rispetto. Weidmann però è odiato come pochi a sinistra per la politica di austerità.

Come possibili candidati socialdemocratici ci sono Hans-Helmut Kotz e Joerg Asmussen. Il primo era membro del consiglio della Bundesbank e oggi insegna ad Harvard. Il secondo, dopo le sue dimissioni dalla BCE per motivi privati, lavorava prima come segretario di stato nel ministero del lavoro e poi nella banca di investimenti Lazard.

Che i socialdemocratici vogliano candidati propri per tali posti non è affatto ovvio. Fino ad ora la CDU è stata in chiaro vantaggio grazie ad un rifornimento costante di accademici con profilo conservatore cui provvede non solo la maggioranza delle università tedesche, ma anche le associazioni come la Kronberger Kreis: un’associazione di economisti liberali cui appartengono Volker Wieland di Francoforte, Lars Feld di Friburgo o Clemens Fuest di Monaco.

Ma proprio la SPD negli anni passati ha preparato bene il terreno. A parte dell’onnipresente Marcel Fratzscher del Deutsche Institut fuer Wirtschaftsforschung, la SPD dispone anche di una rete di economisti di successo – dove le donne ancora sono una grande eccezione – con esperienza internazionale. Jeromin Zettelmeyer, al momento del Peterson Institute for International Economics in Washington e prima funzionario del ministero dell’economia, fa parte di questi. Come lui anche Christian Kastrop dell’OCSE, il berlinese Matthias Kollatz-Ahnen, Henrik Enderlein professore alla Hertie School of Governance e Steffen Mayer che lavora nel FMI come direttore esecutivo.

La carriera di queste persone dipende dall’esito delle elezioni. Vincerà Martin Schulz? E soprattutto: avrà il coraggio di occupare politicamente questi posti così importanti?

Frank-Juergen Weise, direttore uscente dell’Ufficio di collocamento: Meglio pagare lavoro che Hartz IV

In un’intervista con la Sueddeutsche Zeitung Frank-Juergen Weise, capo dell’agenzia per il lavoro (Bundesagentur fuer Arbeit – BA -) ha usato parole forti per congedarsi dal suo impiego.

“Lavorare, questo voglio fare. Non posso assolutamente immaginarmi di fermarmi e impigrirmi” dice in occasione di una riflessione sulla propria prossima pensione. A fine marzo infatti andrà in pensione e lascerà la direzione della BA, dove sta al timone dal 2004.

Il secondo lavoro come direttore dell’ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf) l’ha già lasciato.

Il prossimo martedì sarà salutato nella Franzoesischen Friedrichstadtkirche al Gendarmenmarkt a Berlino. Smettere è difficile per lui. “Non mi piace affatto quando la gente mi parla della pensione”.

Dei temi affrontati però due sono i più interessanti, entrambi legati alle sue cariche pubbliche. Per primo parla di un mercato del lavoro sostenuto dal pubblico per alcuni casi di Hartz-IV, il sussidio minimo erogato dallo Stato tedesco. “Dovremmo smettere di mandare disoccupati di lungo corso senza qualificazione in ulteriori programmi di formazione, ma piuttosto creare un mercato del lavoro apposta per loro e finanziato dallo Stato. Paghiamo loro per il lavoro, invece che pagar loro l’Hartz IV e l’affitto”, ha detto Weise.

Il 65enne capo della BA si mostra fiducioso, sul fatto “ci possa essere abbastanza lavoro in ambiti di utilità collettiva, nelle piccole comunità, nelle associazioni”.

L’altro tema affrontato nell’intervista con la SZ riguarda il suo lavoro coi rifugiati. Rimpiange il fatto che non abbiano chiamato lui e il suo team al BAMF “un anno prima”. Lamenta l’impossibilità dell’ufficio migrazione di lavorare a pieno regime e con efficacia. “Si sarebbe dovuto vedere che la cosa già stava naufragando, e chiedere aiuto prima. Si sarebbe risparmiato qualcosa per i migranti e alcune brutte immagini non si sarebbero viste. E tra esse anche il malcontento di parte della popolazione contro i rifugiati, il populismo di destra e il pretesto che fornisce alla loro ideologia”, dice Weise.

Difende inoltre Angela Merkel e la sua affermazione: “ce la facciamo”. “Cosa avrebbe dovuto dire altrimenti la cancelliera? Ci proviamo? Vediamo come va? Quando anche in un’azienda c’è un problema da risolvere, non ce ne si lava le mani, ma si dice: okay, ce la facciamo”.

Di Thomas Oechsner e Uwe Ritzer SZ
Traduzione: Alessandro Grassi

Responsabilità ridotta per gestori di WiFi pubblici per problemi causati da utenti

Il Governo ha presentato un disegno di legge che prevede la limitazione della responsabilità a carico dei gestori di WiFi pubblici, come negozi, centri commerciali, bar e caffetterie, librerie. In questo modo la Legge faciliterà l’installazione di una rete diffusa di connessioni internet, a favore degli utenti privati ma anche a vantaggio delle aziende che tracciano il comportamento economico e sociale dei cittadini.

Finora i gestori di WiFi potevano essere resi responsabili dei comportamenti illeciti dei clienti, in particolare della pubblicazione di contenuti senza il rispetto dei diritti d’autore, di marchio ed altre licenze, e condannati a sostenere i costi connessi con l’azione giuridica intrapresa dalle parti lese; tale responsabilità é stata interamente eliminata. Inoltre, il disegno precisa che l’Amministrazione pubblica non ha il potere di obbligare il gestore a registrare gli utenti, a costringerli ad usare un password e ad interrompere il servizio in seguito a contravvenzioni da parte di utenti terzi.

Il Governo ha comunque anche pensato a proteggere i titolari dei diritti immateriali che sono trasmessi attraverso il web, quindi i cantanti, artisti, compositori ecc. ed a loro favore nella Legge è previsto che possano far causa perché i gestori blocchino quei singoli siti o pagine per il quali è documentata la contravvenzione. Ciò ha lo scopo di interdire in futuro la reiterata pubblicazione illecita di contenuti protetti da diritti. Tale istanza ha effetto legale a condizione che il blocco del sito sia l’unica misura adatta a proteggere il bene giuridico offeso e che sia fattibile per il gestore, senza propri oneri esagerati; ma in genere, il blocco di singoli siti si effettua facilmente e senza costi attraverso il router.

Agevolazioni fiscali a favore dei figli

La presenza di figli a carico viene presa in considerazione nel diritto fiscale in diversi modi.

Le agevolazioni fiscali vengono concesse in particolare in seguito alla paternità o maternità ai sensi del Codice Civile tedesco BGB, come anche grazie ad adozione o affido. Le agevolazioni più importanti sono rappresentate dalla deducibilità di un importo forfettario o, in alternativa, dall’assegno famigliare.

L’onere forfettariamente deducibile dal reddito complessivo di ogni genitore si compone di:

importo minimo necessario per la sopravvivenza, stabilito per legge in eur 2.358 ed aggiornato annualmente
spese di educazione scolastica e quelle per la formazione professionale o accademica, fissato a eur 1.320

Quando la dichiarazione viene presentata congiuntamente, gli importi si raddoppiano.

Assegni: Sono da richiedere presso un Ufficio dell’Agenzia per l’impiego. Ammontano a mensilmente

eur 192 per il primo e secondo figlio a carico,
eur 198 per il terzo
eur 223 per il quarto e successivi figli

Gli importi vengono direttamente bonificati dall’Ufficio ovvero accreditati in busta paga dal datore di lavoro.

I figli devono presentare le seguenti caratteristiche di età e curriculari perché i genitori abbiano diritto agli assegni:

minori di 18 anni
tra 18 e 21 anni quando ancora in cerca di occupazione
fino a 25 anni se sotto formazione accademica o professionale
dopo i 25 se gravemente disabili.

Le due agevolazioni sono alternative. Inizialmente e di regola viene quindi versato l’assegno famigliare; poi, in sede di dichiarazione fiscale annuale, viene effettuato il conteggio piú vantaggioso: se la riduzione dell’imposta é maggiore dell’importo degli assegni versati, si procede ad accreditare il risparmio fiscale ed addebitare gli importi versati.

Approssimativamente si può affermare che la deducibilità degli oneri genera un vantaggio fiscale maggiore del versamento degli assegni a partire da una aliquota maggiore del 30%; il che corrisponde ad un reddito annuale di Keur 30 per single o 60 per coniugi.

Onere annuale deducibile dal reddito di un genitore quando l’altro genitore non provvede al sostentamento di una vita famigliare comune: eur 1.908 per il primo ed eur 240 per i successivi figli.

Per il figlio che studia fuori sede, i genitori possono inoltre dedurre eur 924 annuali.

Infine, per la cura e l’assistenza di un bambino fino al compimento del 14° anno di età è prevista una deduzione di eur 4.000 annuali, p.e. per la retta ad un asilo o il soggiorno in un collegio.

Come gli studenti di Dresda fanno politica con i sottobicchieri

Una studentessa bionda e gracile entra in pieno giorno in un casermone di Dresda, là dove l’oscura Germania è forse più scura, o per lo meno così pensa lei. Si chiama Janina Dreier, ha 27 anni ed è nata in Bassa Sassonia nell’anno della caduta del muro. Entra nel Acki’s Sportsbar, il locale dei tifosi della Dynamo Dresden famoso per i tafferugli legati alla destra estrema. Lo stadio è lì accanto, un supermercato Aldi di fronte, le slot machine sonnecchiano, sopra il bancone fumo.

“È una birreria questa, no?” inizia Janina a bassa voce frugando nel suo zaino. “Nah” dice Rainer, il gestore. “Ah… infatti lo pensavamo, beh… io lo pensavo”, dice Janina ridendo timida mentre gli mette una pila di sottobicchieri davanti “avrebbe voglia di distribuire questi? Si potrebbe fare?”

L’oste guarda con scetticismo da sotto le sue sopracciglia folte, prende un sottobicchiere e legge “i rifugiati prendo più soldi di chi prende il sussidio minimo”. Rainer fa un cenno col capo e nota la parola “pregiudizio”, gira il disco e legge “Secondo la legge per i richiedenti asilo un rifugiato riceve 354 euro al mese. L’importo del sussidio minimo Hartz IV è di 404 euro”.

L’oste fa i conti, 50 euro meno della maggioranza dei suoi clienti. “Questo è un fatto”, dice, si potrebbe imparare qualcosa, poi prosegue “li lasci qui. Così abbiamo qualcosa di cui parlare dopo la partita, non siamo poi così incorreggibili”.

Janina aveva fatto le prove e si aspettava di venire cacciata, ma quel giorno pregiudizi e preconcetti se ne vanno per entrambe le parti. “Incredibile!”, pensa Janina. Vive a Dresda da tre anni, voleva venire proprio qua: “a causa delle dinamiche e delle possibilità”, Janina studia sviluppo degli spazi e gestione delle risorse naturali, è al quarto anno.

L’idea dei sottobicchieri è venuta ad un suo compagno di corso “quando quelli hanno cominciato con le marce”. Quelli sono Pegida, Dresdiani indignati, che ogni lunedì con i toni offesi dei perdenti urlano vuoti slogan politici.

Fino all’estate scorsa era dall’altra parte, nel blocco nero, veniva insultata come scansafatiche. Poi ad un certo punto non ha più capito il senso della sua protesta. Voleva andare là dove le parole d’ordine nascono – nel cuore delle risse braccio a braccio, nel delirio degli alcolici: nei locali della Sassonia.

Così i suoi compagni disegnarono sei diversi sottobicchieri. Da un lato hanno stampato il pregiudizio, dall’altro i fatti. “Formazione politica in formato cartoncino” la chiamano, o “fact-checking alla spina”. Ad agosto hanno fatto stampare 120 mila sottobicchieri, il denaro è arrivato dal ministero regionale per il sociale e dall’unione dei gestori di locali, l’azione è costata 13000 euro. Molte lodi ma anche critiche: “una campagna di diseducazione” come ai tempi della DDR, secondo la AfD.

Dall’altra parte rispetto al territorio di Pegida, sull’altra sponda dell’ Elba, c’è la Neustadt di Dresda, qui Janina entra nel locale Hebeda’s Familienkehr, gioca in casa, tutti studenti, è passa al barman due sottobicchieri: “i rifugiati ci costano solo soldi”, e “ci portano via il lavoro”. Mentre alla Germania senza immigrazione per 20 anni mancherebbero milioni di lavoratori, spiega l’altro lato del sottobicchiere. Le fonti sono il Fondo Monetario Internazionale e l’Istituto per l’Economia Tedesca. “Fonti capitaliste di merda” dice il barmann, “queste cose qui non le vogliamo, vattene!” Janina se ne va spalle basse e ammutolita dalla delusione.

Sottobicchieri contro il pregiudizio

Nella birreria alla moda di fronte la partita è la stessa: la cameriera temeva il suo capo che vorrebbe un “bar neutrale”, semplicemente niente politica insieme alla birra e agli hamburger. Sembrerebbe che i fatti siano più difficili da distribuire nella parte sinistra dello spettro politico che non a destra.

Ultima fermata Leo’s Bierstube, uno di questi tristi bar di periferia, ritrovo dei dannati, che si raccontano la vita davanti a una birra, mentre dal Jukebox si sente Roland Kaiser.

Questa sera però si ascoltano tra di loro, e la colpa è dei sottobicchieri di Janina. “La Germania si prende tutto il mondo” mette sul bancone e aspetta. Una dresdiana doc avvicina la sedia, si fa mostrare tutti i sottobicchieri, dice che è come nei quiz di Guenter Jauch e chiama un giro di “pfeffi”, liquore alla menta verde che non solo sembra sapone per i piatti.

Quando Leo il gestore si avvicina al tavolo portando con sé altri avventori, questo piccolo mondo improvvisamente si espande. Leo legge: “Appena lo 0,7 per cento dei 65 milioni di profughi del mondo hanno fatto domanda di asilo alla Germania”. Ah, non lo sapeva. E inizia a chiacchierare, racconta di quanto in realtà sia aperto con gli stranieri, di sua figlia che studia a Parigi.

E Janina riporta dei nomadi sui monti dell’Indu Kush, che una volta ha visitato, e per una notte dimentica questa Germania in cui si litiga per ogni cosa e invece riconosce ciò che è vero e ciò che è falso. E è semplicemente una studentessa che beve liquore alla menta e che da domani continuerà ad aspettare di terminare una tesi di laurea che sarebbe già dovuta essere finita da tempo.

Fiona Ehlers, Der Spiegel, Ausgabe 6, 4/2/2017 Traduzione di Alessandro Grassi

Detrazione IVA pagata a fornitori

A. Definizione

Molto importarte nella determinazione dell’IVA da versare è il calcolo dell’IVA detraibile, che generalmente è rappresentata dall’IVA esposta nelle fatture di acquisto ricevute dall´azienda.
La detrazione IVA garantisce la neutralità dell’imposta stessa, in questo modo il carico del consumatore finale non dipende dal numero degli intermediari intervenuti nella produzione e nella distribuzione del prodotto finale. Grazie alla detrazione IVA,  l’azienda pagherá l’imposta solo sul risultato “Valore aggiunto” derivante dalla propria attivitá.

B. Presupposti per la detrazione IVA

I. Generali

Solo un’ attivitá imprenditoriale soggetta alla legge IVA ha il diritto alla detrazione.
Generalmente viene considerata come persona destinataria del servizio colui che ha un rapporto contrattuale dal quale derivano obbligazioni e diritti.

II. Detrazione dell’iva in fattura

1) Con separati documenti fiscali

Il diritto alla detrazione ha come presupposto l’esistenza di una fattura. Il destinatario della prestazione ha l’obbligo di assicurarsi che i dati esposti in fattura siano corretti. La buona fede sulla correttezza dei dati della fattura non è sufficiente per il diritto alla detrazione.
La detrazione va operata nel momento dell’emissione della fattura. Nel caso una fattura risultasse errata, l’IVA potrá essere detratta solamente al momento della ricezione della fattura corretta.
La EuGH ammette peró una correzione retroattiva delle fatture errate evitando cosí il pagamento degli interessi in sede di correzione delle fatture.

2) Per fornitura di beni o prestazioni di servizi
La detrazione dell’ IVA è limitata al valore del debito IVA per quello specifico servizio o cessione. La detrazione  è quindi ammessa solo nei limiti dell’importo previsto dalla legge nel caso il cedente abbia erroneamente calcolato l’ IVA per un valore superiore.

3) Da un altro imprenditore

Anche un prestanome puó essere un imprenditore. Tuttavia la detrazione non è ammessa quando i dati esposti in fattura non sono inerenti l’attività dell´imprenditore o riguardano una fornitura di beni o una prestazione di servizi non eseguiti.

4) Per l´impresa

L´utilizzo dell´impresa deve ammontare minimo al 10%. Prestazioni che riguardano sia l´attivitá che non, devono essere ripartite. Nel caso di beni indivisibili, l´imprenditore puó effettuare la ripartizione in baso all´utilizzo, per esempio nel caso di autoveicoli utilizzati solo in parte per l’attivitá.

C.  Imposte pagata per le importazioni
L´iva derivante dalle importazioni puó essere considerata come IVA detraibile quando i beni vengono importati dall´impresa nel territorio nazionale. L´esistenza dell´iva per importazioni viene certificata dall’ufficio doganale.

D. Imposte per acquisti intracomunitarie

L´imprenditore puó portare in detrazione l´iva derivante da acquisti intracomunitari.

E. Imposte per servizi in reverse charge
Nel caso di fatturato in reverse charge il destinatario del servizio diventa debitore ai fini IVA. La legge IVA permette a colui che riceve il servizio di portare in detrazione l´importo IVA di cui risulta debitore.

F. Regole della detrazione immediata dell’IVA

G. Ripartizione dell’iva detraibile

Quando l’imprenditore utilizza un bene acquistato dalla societá o un servizio ricevuto viene solo in parte utilizzato per la realizzazione dei ricavi d’impresa, l’Iva pagata verrá considerata in parte detraibile e in parte indetraibile.

H. Semplificazione in sede di detrazione IVA
Fatture superiori ai 200 euro e documenti di viaggio

I. Regole generali
Iva riguardante i mezzi di trasporto
L’imprenditore puó detrarre totalmente l’IVA per l’acquisto e per le spese correnti dei mezzi di trasporto, il valore corrispondente all’utilizzo a scopo privato non viene peró considerato ai fini dell’imposta.

L. Registrazione e obbligo di prova
L’imprenditore puó detrarre l’IVA a condizione che possa dimostrare il relativo importo attraverso un documento e che lo stesso venga registrato.