Frank-Juergen Weise, direttore uscente dell’Ufficio di collocamento: Meglio pagare lavoro che Hartz IV

In un’intervista con la Sueddeutsche Zeitung Frank-Juergen Weise, capo dell’agenzia per il lavoro (Bundesagentur fuer Arbeit – BA -) ha usato parole forti per congedarsi dal suo impiego.

“Lavorare, questo voglio fare. Non posso assolutamente immaginarmi di fermarmi e impigrirmi” dice in occasione di una riflessione sulla propria prossima pensione. A fine marzo infatti andrà in pensione e lascerà la direzione della BA, dove sta al timone dal 2004.

Il secondo lavoro come direttore dell’ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf) l’ha già lasciato.

Il prossimo martedì sarà salutato nella Franzoesischen Friedrichstadtkirche al Gendarmenmarkt a Berlino. Smettere è difficile per lui. “Non mi piace affatto quando la gente mi parla della pensione”.

Dei temi affrontati però due sono i più interessanti, entrambi legati alle sue cariche pubbliche. Per primo parla di un mercato del lavoro sostenuto dal pubblico per alcuni casi di Hartz-IV, il sussidio minimo erogato dallo Stato tedesco. “Dovremmo smettere di mandare disoccupati di lungo corso senza qualificazione in ulteriori programmi di formazione, ma piuttosto creare un mercato del lavoro apposta per loro e finanziato dallo Stato. Paghiamo loro per il lavoro, invece che pagar loro l’Hartz IV e l’affitto”, ha detto Weise.

Il 65enne capo della BA si mostra fiducioso, sul fatto “ci possa essere abbastanza lavoro in ambiti di utilità collettiva, nelle piccole comunità, nelle associazioni”.

L’altro tema affrontato nell’intervista con la SZ riguarda il suo lavoro coi rifugiati. Rimpiange il fatto che non abbiano chiamato lui e il suo team al BAMF “un anno prima”. Lamenta l’impossibilità dell’ufficio migrazione di lavorare a pieno regime e con efficacia. “Si sarebbe dovuto vedere che la cosa già stava naufragando, e chiedere aiuto prima. Si sarebbe risparmiato qualcosa per i migranti e alcune brutte immagini non si sarebbero viste. E tra esse anche il malcontento di parte della popolazione contro i rifugiati, il populismo di destra e il pretesto che fornisce alla loro ideologia”, dice Weise.

Difende inoltre Angela Merkel e la sua affermazione: “ce la facciamo”. “Cosa avrebbe dovuto dire altrimenti la cancelliera? Ci proviamo? Vediamo come va? Quando anche in un’azienda c’è un problema da risolvere, non ce ne si lava le mani, ma si dice: okay, ce la facciamo”.

Di Thomas Oechsner e Uwe Ritzer SZ
Traduzione: Alessandro Grassi