Quando il posto di lavoro è molto distante da casa

Una doppia abitazione si ha quando il contribuente mantiene la propria famiglia lontano dal suo luogo di attività professionale, e risiede nel Comune in cui si trova il posto di lavoro.

Un nucleo famigliare richiede la disponibilità di un appartamento
· corrispondente alle esigenze di vita del contribuente,
· che il contribuente può utilizzare grazie ad un suo diritto
· in cui si intrattenga una vita famigliare.

Non rappresenta nucleo famigliare
· una stanza nella casa paterna, anche se il figlio partecipa alle spese
· il soggiorno in un camper

L’abitazione del nucleo famigliare deve anche rappresentare il centro permanente dell’interesse di vita del contribuente, che deve anche sostenere parte delle spese di mantenimento e gestione.

· Nel caso di coniugi, l’abitazione familiare è regolarmente il punto centrale dei propri interessi quando il contribuente vi si reca almeno sei volte l’anno
· Negli altri casi, deve essere il luogo in cui sussistono le relazioni personali più strette. Indizi sono qui: Genitori, partner, parenti e amici, affiliazione a Club. Senza ulteriori esami, viene riconosciuto come centro dei propri interessi se il contribuente lo visita almeno due volte al mese.

La doppia abitazione deve essere motivata per lavoro o professione, Soprattutto:
· modifica del luogo di lavoro a causa di una trasferta,
· Cambio di società o di incarichi aziendali
· Nuovo rapporto lavorativo al di fuori del luogo di residenza.

Come seconda abitazione si considera qualsiasi alloggio messo a disposizione a titolo oneroso o gratuito nelle vicinanze del posto di lavoro. Questo può essere
· Un appartamento in affitto,
· Un condominio,
· Una camera arredata
· Un camera in albergo o
· Una camerata in comune con altri

Non è necessario che il contribuente vi soggiorni o pernotti prevalentemente.

Vengono riconosciuti come spese per la produzione di reddito solo quei costi causati dal mantenimento della seconda abitazione. Esse sono:
· Spese di viaggio
· Spese aggiuntive per il vitto,
· Costi di alloggio,
· Costi per il trasloco.
Tali spese possono venir rimborsate dal datore di lavoro esentasse.

Per il primo e ultimo viaggio il contribuente può dedurre le spese effettive o le tariffe forfettarie (€ 0.30/km effettivi quando si utilizza la propria auto).
Nel periodo intermedio può essere considerato al massimo un viaggio settimanale (€ 0,30 per chilometro di distanza ovvero costi effettivi)
Le spese aggiuntive per il vitto corrispondono alle somme forfettarie, ma solo per i primi tre mesi (€ 24 al giorno).
Se l’occupazione si svolge all’estero, vengono riconosciuti gli importi forfettari esteri.

I costi di alloggio sono riconosciuti in caso di
· possesso di diritto di un appartamento (come proprietario, inquilino o coinquilino) e
· proprio contributo finanziario ai costi complessivi per più di 10 mesi durante l’anno.

Le spese di alloggio della seconda casa vengono prese in considerazione (indipendentemente dalla dimensione dell’abitazione presso il luogo di lavoro e la consistenza del nucleo famigliare) fino a un importo massimo di € 1.000 al mese. Se l’appartamento è in affitto, l’importo massimo comprende tutte le spese come il canone, i costi di gestione, la pulizia e la manutenzione, gli arredamenti necessari, ecc

Le spese di trasloco e di agenzia, quando documentate, sono deducibili.